Arriva nelle sale il film su Yves Saint Laurent

Il 27 marzo 2014, distribuito da Lucky Red, esce al cinema “Yves Saint Laurent”, biografia del famoso stilista. Il film è diretto da Jalil Lespert, attore francese visto in “Le passeggiate al Campo di Marte” (2005, Robert Guediguian) e protagonista di “Pa-ra-da” (2008, Marco Pontecorvo).

Pierre Niney e Guillaume Gallienne
Parigi, 1957. A soli 21 anni Yves Saint Laurent (Pierre Niney) è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, deceduto da poco. Lo attende la prima collezione totalmente affidata alla sua creatività. Il successo ottenuto lo proietta ai più alti livelli della moda parigina, imponendogli al contempo una continua pressione. Il ricovero per una sindrome maniaco-depressiva, in occasione della sua chiamata alle armi per la guerra in Algeria, fa sì che venga licenziato. Grazie al sostegno di Pierre Bergé (Guillaume Gallienne), che ne diverrà il compagno e il factotum, lo stilista apre una propria casa di haute couture e YSL diverrà un marchio simbolo di eleganza e innovazione.

Jalil Lespert si inserisce con questo film nell'ambito del film biografico stando attento a non eccedere nella beatificazione del protagonista ed evitando anche di cadere nel gossip per immagini. Sono due rischi che chi decide di affrontare una personalità complessa come quella di Yves Mathieu Saint Laurent non può sottovalutare. Come Valentino Garavani con Giancarlo Gemmetti così per Yves è determinante l'incontro con Pierre Bergé. È il compagno a cui può appoggiarsi quando la sua forza creativa si muta in fragilità emotiva, è l'organizzatore e il manager. È a lui che Lespert affida la narrazione ed è il vero Bergé che ha consentito di esplorare il lato nascosto alle cronache di una relazione durata tutta una vita. Un rapporto in cui non sono mancati i tradimenti e che, per un periodo non breve, ha finito con il ruotare intorno a una donna. La modella Victoire diviene per entrambi un oggetto del desiderio e della gelosia che non li spinge mai a rinnegare od occultare la loro omosessualità ma li mette a confronto con quel mondo femminile per il quale entrambi ogni giorno elaborano e promuovono quegli altri oggetti del desiderio che hanno il nome di abiti di alta moda.


Il film, l’unico approvato da Pierre Bergé, racconta come Yves Saint Laurent, nonostante le incertezze e le paure sia riuscito, con il suo approccio moderno e iconoclasta, a trasformare e rinnovare radicalmente il mondo della moda.

"Essere gay è come essere mancino, non influenza il modo di vivere: io ed Yves abbiamo vissuto semplicemente come due persone che si amavano" (Pierre Bergé) (R.B.)