'Yerma', di Garcia Lorca, con la regia di Carmelo Rifici

Al Teatro Ringhiera di Milano fino al 6 aprile è in scena “Yerma”.

Yerma è il nome che Federico García Lorca scelse per la protagonista femminile del suo secondo dramma popolare e come titolo dello stesso testo. Il poeta, alla domanda perché scegliesse soprattutto donne come protagoniste dei suoi testi, rispondeva “perché le donne sono più passione, più umane, più vegetali”. Tutto il teatro di Lorca ruota attorno a donne che diventano simboli. E quindi Yerma - un aggettivo che nello spagnolo corrente si usa solo per definire la terra - con questo testo diventa simbolo dell’incapacità di creare. Yerma è arida, secca, inutile.
Nel 2010, dopo un anno di studio, Maria Pilar Pérez Aspa, attrice e fondatrice della Compagnia ATIR, mette in scena per la prima volta “Federico”, un testo scritto dalla stessa attrice spagnola sulla vita di Federico García Lorca, sulle sue amicizie e sui turbolenti anni in cui visse e che in Spagna ebbero come tragica conclusione lo scoppio della guerra civile.  Nello stesso anno, Serena Sinigaglia e la Compagnia ATIR, insieme al Teatro Stabile di Sardegna, mettono in scena “Nozze di Sangue” di Lorca, in una riscrittura di Marcello Fois.
È proprio a partire da quest’approccio alla figura del poeta, alla sua vita e alle sue opere che la Compagnia ATIR è arrivata a Yerma: il dramma della sterilità ma soprattutto il dramma della scelta. Ed è proprio nella scelta che risiede la bruciante contemporaneità di questo testo e ciò che ha spinto ATIR con urgenza a volerlo mettere in scena.
Per mettere in scena questo testo la Compagnia ATIR ha deciso di affidarne la regia a un regista esterno, ritrovando nelle sue scelte artistiche e poetiche molte affinità con le atmosfere di cui parla il testo e volendo dare, in un momento di forte individualismo sociale, un segno di trasversalità e condivisione con realtà e figure teatrali affini. 
Il regista è il pluripremiato Carmelo Rifici.

 Lo spettacolo, che ha debuttato all'E45 Napoli Fringe Festival nel giugno 2013, è interpretato oltre che da Maria Pilar Pérez Aspa, da Mariangela Granelli e Francesco Villano. (R.B.)